La figura dell'anticiclone Russo, uno dei tre principali centri di azione della stagione invernale sull'Italia, è andata scomparsa negli ultimi decenni.

In pratica, abbiamo assistito a stagioni invernali dominate da figure anticicloniche di stampo africano, con stagioni molto secche al nord e sulle Alpi e frequenti inversioni termiche sulle pianure.

Episodi di maltempo sono stati piuttosto rari, così come rare sono state le stagioni molto fredde, piovose e nevose, salvo alcuni episodi di durata limitata nel tempo.

Quest'anno, invece, l'anticiclone sembra essersi posizionato alle giuste latitudini, per poter inviare possibili afflussi di aria fredda sulla nostra penisola.

Per le previsioni a lunghissimo termine, possono essere utilizzati e modelli matematici ensamble, i quali, sia quelli europei che americani, possono  arrivare a 30 - 40 giorni di previsione.

Ed è proprio basandosi su questi, che possiamo notare la tendenza,  sul lungo periodo, alla migrazione delle figure anticicloniche verso nord, lasciando il Mediterraneo centrale in zona depressionaria. 

In questo caso, il  centro  d'azione dominante sull'Europa sarebbe costituito da una robusta cellula di alta pressione tra Russia e Scandinavia, che raggiungerebbe dei massimi barici di 1040 hPa.

Stante una zona depressionaria sul Mediterraneo si aprirebbe un flusso di correnti fredde sul nostro continente in grado di raggiungere anche la nostra penisola. 

Si tratta di una situazione rapidamente evolutiva, che potrebbe scatenare scenari invernali  sull'Italia.

Ma  che necessita di altre conferme nei prossimi giorni, vista la lontananza del periodo di previsione.