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Neve abbondantissima su Alpi Occidentali
La settimana che precede la Pasqua si profila estremamente instabile sul piano meteorologico, con l’Italia Settentrionale al centro di un’ondata di maltempo tra le più significative degli ultimi anni. Le condizioni atmosferiche saranno caratterizzate da precipitazioni persistenti e abbondanti, che colpiranno duramente le aree alpine, prealpine e pedemontane. La situazione sarà particolarmente critica in pianura per la possibilità di temporali intensi e nubifragi, mentre in montagna si attendono nevicate molto copiose a quote elevate.
A partire da lunedì 14 fino a venerdì 18 aprile, le piogge raggiungeranno livelli eccezionali su diverse regioni del Nord. Tra le aree più a rischio si segnalano il Piemonte, la Lombardia occidentale, il Triveneto, l’Appennino ligure e quello emiliano. In questi territori, gli accumuli di pioggia potrebbero superare i 200 mm, incrementando sensibilmente il pericolo di frane, smottamenti e alluvioni, soprattutto nei luoghi dove il terreno risulta già saturo di acqua.
Nel cuore di questo scenario perturbato, le Alpi si preparano ad accogliere nevicate eccezionali, soprattutto al di sopra dei 2400 metri. Le correnti sciroccali umide, spinte da una profonda depressione atlantica, trasporteranno enormi quantità di umidità verso i rilievi esposti, determinando ingenti accumuli di neve fresca.
Nord-ovest del Piemonte e Valle d’Aosta: si stimano tra 2,5 e 4 metri di neve fresca in quota, con conseguente innalzamento del rischio valanghe e complicazioni per la viabilità e le infrastrutture alpine.
Alpi sud-occidentali piemontesi: anche qui, sopra i 2400 metri, si prevedono fino a 150 cm di neve.
Friuli-Venezia Giulia: le Alpi friulane potrebbero accumulare oltre 2 metri di neve, con picchi che potrebbero raggiungere i 2,5 metri nelle aree soggette a sbarramento orografico.
Sulle restanti zone alpine le precipitazioni nevose saranno meno abbondanti ma comunque significative, con accumuli fino a 80 cm.
La dinamica meteorologica è fortemente influenzata dai venti di scirocco, che spingono aria umida verso le montagne esposte a sud-est. Quando questa massa d’aria incontra i rilievi, si verifica un marcato effetto stau, che amplifica le precipitazioni, soprattutto nevose, nelle aree come il Monte Rosa, il Gran Paradiso, le Alpi Giulie e Carniche.
Le abbondanti nevicate comportano rischi concreti per chi vive o viaggia in montagna:
Allerta per valanghe su larga scala (livello 4-5 su 5)
Possibili interruzioni alla circolazione stradale e ferroviaria alpina
Difficoltà operative per gli impianti sciistici
Sovraccarico per tetti, linee elettriche e infrastrutture
Mentre le zone pianeggianti e costiere faranno i conti con piogge insistenti e temporali, le Alpi vivranno un ritorno improvviso all’inverno, con scenari tipici di gennaio in pieno aprile. Questo evento estremo conferma il volto dinamico e imprevedibile della primavera 2025, richiamando alla necessità di un attento monitoraggio e comportamenti prudenti, soprattutto in montagna.
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