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Ripercorriamo l'evento nevoso del 4 e 5 gennaio 2019
I rovesci nevosi, invece, interessarono i settori centro-orientali salentini a partire dall'alba del 4 gennaio (Figure 3 e 4)
Figura 3. Primi rovesci nevosi su Lecce città all'alba del 4 gennaio 2019.
Figura 4. Primi rovesci nevosi su Soleto all'alba del 4 gennaio 2019.
Tutta la giornata del 4 gennaio 2019 fu caratterizzata da frequenti quanto intensi temporali a carattere nevoso, in modo particolare lungo tutta la fascia adriatica, da Brindisi sino ad Otranto.
Pensate che, pur essendo pieno inverno, in meno di 24 ore (dalle 17 del 3 gennaio alle 19 del giorno successivo) caddero oltre 120 fulmini, la maggior parte dei quali concetrati in circa 18 ore (Figura 5).
Figura 5. Fulminazioni registrate dalle ore 17 del 3 gennaio 2019 alle ore 19 del giorno successivo.
Figura 8. Immagine ad alta definizione del satellite TERRA/MODIS della NASA riferita alle ore centrali del 4 gennaio 2019.
Figura 9. Genesi dell'ASES, Adriatic-Sea Effect Snow.
In Figura 10 è riportata infine la mappa nivometrica degli accumuli registrati tra il 4 gennaio 2019 e la mattina del 5 gennaio. La mappa è stata realizzata combinando le segnalazioni inviateci dai lettori, opportunamente vagliate e analizzate, con i dati pluviometrici provenienti dalle stazioni della rete di monitoraggio della Protezione Civile Puglia considerando l'equazione approssimativa 1mm di pioggia = 1cm di neve.
E' doveroso quindi sottolineare che la mappa nivometrica proposta ha un valore puramente qualitativo e non ha alcuna pretesa di valore scientifico, in quanto le misurazioni fatte con il righello possono essere affette da molteplici errori di varia natura, oltre al fatto che l'equazione considerata tra mm di pioggia e cm di neve, come già indicato, è piuttosto approssimativa. Infatti, per stimare opportunamente quanti mm di acqua sono prodotti dalla fusione di un determinato strato nevoso è necessario conoscere, oltre allo spessore del manto nevoso, anche la densità della neve stessa, dato, quest'ultimo, che varia moltissimo nel tempo e lungo tutto lo spessore del manto.
Fatta questa doverosa precisazione, la mappa offre tuttavia alcuni interessanti spunti di riflessione sull'evento gelido in esame.
Come spesso accade in queste situazioni, gli accumuli nevosi sono stati infatti piuttosto irregolari sul nostro territorio: le zone meno colpite sono state in generale le zone ioniche, soprattutto le zone sud-occidentali del Leccese, eccezion fatta per il tratto di costa attorno a Porto Cesareo. Accumuli importanti, invece, si notano sui settori centro-orientali del Leccese, dove si sfiorano localmente i 15 cm.
Accumuli significativi, che probabilmente rappresentano il picco dell'evento nevoso, si registrano anche sui settori nord-occidentali del Leccese, al confine col Brindisino: qui le precipitazioni nevose tra il 4 mattina e soprattutto tra la sera e la notte successiva sul 5 gennaio sono state davvero considerevoli. In queste zone, infatti, il manto nevoso ha probabilmente raggiunto, se non localmente superato, lo spessore di 20 cm.
Infine, altri accumuli degni di nota si segnalano in Valle d'Itria e al confine col sud-est Barese.
Figura 10. Mappa degli accumuli nevosi registrati sul Salento tra il 4 e il 5 gennaio 2019.
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