La stagione invernale 2020-21 inizia ufficialmente, dal punto di vista meteorologico, il prossimo primo dicembre (venti giorni prima di quella astronomica), e comincia con due grandi protagonisti, la depressione dell’Atlantico e l’Anticiclone sulla Russia.
 
Nei vecchi manuali di meteorologia, risalenti ad alcuni decenni fa, venivano menzionate tre figure principali in azione durante l’inverno italiano, ovverosia proprio le sopradette Depressione di Islanda ed Anticiclone Russo, ma anche il ben noto Anticiclone delle Azzorre.
 
A seconda di chi prevaleva l’Inverno poteva essere freddo, piovosissimo oppure mite e nebbioso.
 
Di queste figure, negli ultimi tre decenni, ha prevalso sicuramente l’Anticiclone sul Mediterraneo, con il supporto africano in quota ed un regime di NAO positiva.
 
A volte ha prevalso la depressione islandese, generando stagioni invernali molto piovose e miti, ed anche molto nevose sulle Alpi.
 
Rari sono stati invece gli inverni nei quali si è fatto sentire l’Anticiclone siberiano, praticamente il grande assente negli ultimi trent’anni, la figura barica quasi stazionaria sulla Siberia e Russia europea che effettuava sovente le sue incursioni nell’area europea.
 
Quest’anno, contrariamente a quella che sembrava oramai una tendenza consolidata, l’Anticiclone Russo sembra tornare ed essere ben presente nel suo territorio naturale, ed infatti la stagione invernale 2020-21 sembra iniziare in modo scoppiettante sul nostro Paese.
 
Una prima incursione sembra manifestarsi nella giornata di Mercoledì prossimo, per poi ritirarsi verso levante e  lasciare spazio all’arrivo di una profonda depressione dall’Atlantico, la seconda grande protagonista di questo inizio di stagione invernale.
 

Le conseguenze consisteranno in nevicate dapprima sin verso le pianure del Nord, poi su Alpi ed Appennini, con accumuli che, stando ai modelli matematici di oggi, potrebbero superare i tre metri di neve fresca sull’Arco Alpino centro orientale.