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Analisi climatica settembre 2021 in Salento e confronto con le serie storiche
Il primo mese dell’autunno meteorologico termina sul Salento con caratteristiche prettamente estive e tutt’altro che autunnali. Dopo un avvio con temperature nella norma e instabilità a carattere temporalesco, culminata nell’unica giornata “fredda” e perturbata del mese, domenica 12 settembre, abbiamo assistito ad un repentino aumento delle temperature durante la seconda decade del mese. In particolare, guardando l’Indice di Temperatura Standardizzato (STI) giornaliero riferito alle stazioni di Galatina e Leuca della rete di monitoraggio dell’Aeronautica Militare, notiamo, tra il 16 e il 21 settembre, una fase di caldo anomalo che, a tutti gli effetti, possiamo considerare una vera e propria onda di calore della stagione autunnale (intesa come periodo particolarmente caldo rispetto alle serie storiche di riferimento, in questo caso il trentennio 1991-2020).
Graduale rientro nella normalità climatica locale nel corso della terza decade, con brevi oscillazioni tra fasi di caldo e freddo leggermente anomalo.
A livello provinciale, all’interno della nostra serie storica, settembre 2021 si colloca all’ottavo posto tra i più caldi, ben distante dal caldo mese di settembre del 2011.
Temperature sopra media ma nella normalità climatica locale sull’intero territorio, come dimostra lo studio dello STI (riferito al trentennio 1981-2010) riportato in figura. Il caldo risulta anomalo solo lungo il settore ionico, soprattutto del Tarantino, e nella zona di Minervino di Lecce.
Per quanto riguarda le piogge mensili, invece, emerge chiaramente la totale assenza di perturbazioni che ha caratterizzato il primo mese dell'autunno 2021: si passa, infatti, da zone, come l'area adriatica del Leccese e i settori centrali del Brindisino, in cui gli accumuli mensili non raggiungono localmente nemmeno la doppia cifra, ad altre zone, molto circoscritte, in cui i fenomeni sono stati invece decisamente abbondanti.
Tra tutti, il caso di Nardò, che spicca con un accumulo di oltre 100mm, 80 dei quali caduti in poco più di un'ora, battendo così il record storico di pioggia massima registrata in un'ora e anche in mezz'ora.
Si tratta chiaramente di fenomenologia temporalesca di stampo prettamente estivo che, tranne pochi isolati episodi, grazie alla prevalenza di correnti settentrionali, ha interessato maggiormente il versante ionico, penalizzando invece fortemente quello adriatico, soprattutto meridionale.
Dallo studio dell’Indice di Precipitazione Standardizzato (SPI, Standardized Precipitation Index in inglese), riferito al trentennio 1981-2010, emerge un quadro decisamente variegato, che riflette l’eterogenea distribuzione spaziale dei fenomeni temporaleschi estivi. Nello specifico, risulta:
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