L’ultima decade di gennaio segna il ritorno dell’Atlantico come protagonista delle condizioni meteorologiche in Italia, portando un peggioramento soprattutto al Nord-Ovest, mentre il Nord-Est rimane in gran parte ai margini con nuvolosità e scarse precipitazioni. Dopo settimane di stabilità dominata da un forte anticiclone, il maltempo colpirà in modo irregolare, evidenziando una distribuzione non uniforme delle piogge.

Il peggioramento è atteso tra mercoledì 22 gennaio e giovedì 23 gennaio. Correnti occidentali intense influenzeranno la distribuzione delle precipitazioni, ma l’assenza di minimi depressionari ben definiti sui mari italiani limiterà l’estensione del maltempo, concentrandolo principalmente sul Nord-Ovest. Al contrario, molte aree del Nord-Est riceveranno accumuli trascurabili o nulli.

Le regioni maggiormente colpite saranno:

• La Liguria centro-orientale, dove si attendono i quantitativi più elevati di pioggia, con accumuli fino a 50-60 mm.
• Le basse pianure del Piemonte e della Lombardia occidentale, con piogge moderate tra 10 e 25 mm.
• L’Appennino Ligure e l’Appennino Tosco-Emiliano, dove si registreranno precipitazioni abbondanti e persistenti, specie nelle zone montuose.

Nel Veneto settentrionale e nel Trentino meridionale si prevedono accumuli più contenuti, tra 5 e 15 mm, con piogge deboli e sparse. Restano quasi del tutto escluse dal peggioramento le aree del Trentino-Alto Adige centro-settentrionale, così come parte delle pianure del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, dove si avranno accumuli insignificanti o assenti.

Le precipitazioni più abbondanti riguarderanno le aree montuose e costiere del Nord-Ovest, mentre il Nord-Est e molte altre zone d’Italia continueranno a subire una distribuzione irregolare delle piogge. Questa configurazione proseguirà anche nei giorni successivi. Dopo una breve pausa tra venerdì 24 e sabato 25 gennaio, con un generale miglioramento delle condizioni, un nuovo fronte perturbato potrebbe raggiungere l’Italia da domenica 26 gennaio, coinvolgendo nuovamente le stesse aree del Nord-Ovest.

L’inverno 2025 si conferma anomalo. Le nevicate restano confinate alle alte quote, sopra i 1.400-1.500 metri sia sulle Alpi che sugli Appennini, mentre in pianura le temperature continuano a mantenersi sopra la media stagionale. Le gelate risultano sempre più rare, contribuendo alla percezione di una stagione invernale poco rigida.

In sintesi, il maltempo si concentrerà sul Nord-Ovest, con piogge abbondanti in alcune zone e fenomeni più contenuti altrove. Questa distribuzione irregolare, unita alle temperature superiori alla media, riflette le dinamiche instabili e atipiche di questo inverno.